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ma cos'è il design

  • Immagine del redattore: romeo giammarini
    romeo giammarini
  • 11 gen 2023
  • Tempo di lettura: 2 min

Ma cos’è il design, il termine come lo usiamo noi è ambiguo, lo mutuiamo dall’inglese ma in inglese non significa niente se viene preso da solo, perché abbia senso deve essere accompagnato da un aggettivo: web-design, per esempio, o food-design. Quello che noi intendiamo in generale con la parola design per gli anglosassoni è l’industrial-design.

La cultura della Rivoluzione Industriale ha operato una netta divisione tra il mondo delle arti e quello della tecnica, la conoscenza è stata divisa in due rami, che per lungo tempo si sono esclusi a vicenda: quello delle scienze “esatte”, dure, misurabili, e quello delle arti, morbide e meno quantificabili, una denuncia del pericolo per l’umanità derivante da questa separazione, molto evidente nella cultura anglosassone, viene ad es. da Snow[1] che parla infatti di due culture contrapposte. Questa separazione entra in crisi alla fine del XIX secolo e, come dice Flusser[2], le due culture si riunificano proprio grazie al design che esprime la ricongiunzione tra arte e tecnica.

Nel mondo contemporaneo il design indica appunto il luogo in cui arte e tecnica si uniscono generando i frutti della moderna produzione di serie.

Il fatto è che il design condiziona profondamente la vita della società moderna dove ormai tutto è prodotto industrialmente e per questo deve essere progettato, tutto attorno a noi è concepito e realizzato lontano da noi: dalla sveglia all’iPhone, ormai “tutto è design”.

Nella nostra vita siamo circondati da oggetti progettati e prodotti industrialmente in serie, per belli o brutti che siano questi sono design: al mattino ci svegliamo con un oggetto di design, le sveglie di Dieter Rams per Braun, facciamo colazione tostando il pane con un oggetto progettato e prodotto industrialmente, scaldiamo l’acqua nel bollitore di Richard Sapper per Alessi, un prodotto di raffinata forma senza tempo.


Questi oggetti soddisfano, spesso impongono, desideri e bisogni, la storia di questi oggetti è, da un lato la storia del disegno industriale, ma, ci dice sempre Flusser, dall’altro rappresentano la storia dell’umanità, la storia dell’homo faber, dell’uomo che fabbrica qualcosa, il percorso evolutivo dell’umanità si traccia seguendo i suoi artefatti. Per capire come pensano uomini lontani da noi, nello spazio o nel tempo, basta guardare gli oggetti che producono e usano nella loro quotidiana lotta per l’esistenza.

[1] Charles P. Snow, Le due culture, Venezia, Marsilio, 2005 [2] Vilélm Flusser, Filosofia del design, Milano, Bruno Mondadori, 2003

 
 
 

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